Ok è ufficiale, l'autunno è decisamente avanzato, l'Italia è nuovamente sott'acqua (ma diciamo pure a fondo) , il cambio armadio è stato fatto e restano ormai solo le infradito che esplodono dalla scarpiera a ricordare che l'estate è davvero esistita e non è solo un miraggo lontano.
Insomma, non ci sono piú scuse per scappare dai fornelli! Dopo 90 giorni di pomodori in insalata anche Pastacrolla deve tornare a cucinare per evitare l'ammutinamento della playstation e della restante famiglia digitale.
E mentre la casa ancora emana un delicato aroma di cipolle per nulla virtuale (è la marmellata di ieri, continueremo a domandarci il motivo finchè non saremo davanti a un orologio di formaggi), propongo una ricetta dolce per le sere "allagate" come questa.
Nota: essendo ancora in forno dovrete accontentarvi di una foto work in progress. Ma viste le mie doti di fotografa sono certa che non noterete alcuna differenze tra una reflex e un cellulare, anzi... :) Dolce rustico alle pere Ingredienti:
Per la pasta: 150 gr di farina 100 gr di fecola di patate 1 cucchiaio da tè raso di lievito 100 gr di zucchero 1 bustina di vanillina 1 presa di sale 1 uovo 125 gr di burro
Per il ripieno 600-700 gr di pere 100 gr di zucchero 2 cucchiai di cognac o rhum 1 bustina di vanillina cannella Disporre a fontana farina, fecola e lievito. Mettere al centro zucchero, uovo, vanillina e un pizzico di sale. Aggiungere il burro freddo a pezzetti e impastare velocemente partendo dal centro fino ad ottenere una pasta liscia. Se l'impasto risultasse troppo appiccicoso aiutarsi aggiungendo farina.
(Il procedimento veloce, ovviamente seguito da me, prevede l'inserimento di uova zucchero vanillina e sale nel robot da cucina. Breve mescolamento. Aggiunta di farina, burro, lievito e ulteriore impasto con robot per 1 minuto. Si finisce di impastare il tutto con le mani e in meno di 5 minuti si ottiene la palla desiderata) :) Porre in frigo a riposare per circa 30 minuti.
Per il ripieno mettere in una terrina le pere tagliate a fettine. Aggingere zucchero, vanillina, cognac (o rhum) e spolverare con un po' di cannella. Mescolare delicatamente.
Con 2/3 della pasta rivestire il fondo e i bordi di uno stampo rotondo del diametro di circa 24 cm. Lasciare i bordi piuttosto alti per evitare che il ripieno fuoriesca. Disporre il ripieno sul fondo. Con la pasta rimanente creare un disco di pastafrolla grande quanto lo stampo e appoggiarlo sul ripieno. Ripiegare i bordi della pasta sul disco e premere leggermente con una forchetta. Con la forchetta forare la superficie della pasta in diversi punti.
Adocchiata per caso sulla copertina di una meravigliosa rivista (a proposito.. ma quando riaprite il sito??), questa ricetta ha attirato subito la mia attenzione tanto che: 1- sono corsa in edicola la sera stessa a comprare la rivista (chi di marketing ferisce...) 2- ho provato la ricetta al primo momento libero (in effetti è passato un po'...)
Ok, lo ammetto. Complice è stato anche l'acquisto d'impulso e del tutto azzardato di ben un kg di carote di cui non sapevo assolutamente cosa fare (avete presente quanto sono un kg di carote??)
Se insomma qualcuno di voi è incappato nel mio stesso errore a un banco di mercato o ha afferrato al supermercato una di quelle belle vaschette arancioni zeppe di carote.. questa ricetta fa per voi!
Ma anche se non avete in casa questa nobile verdura fateci un pensiero perchè questa torta sofficissima.. merita! Torta di carote e yogurt
Ingredienti: 300gr di carote (con gli altri 700gr non so proprio cosa possiate fare..) 200 gr di zucchero 200gr di farina 4 uova 100gr di mandorle pelate e tritate 100 gr di burro 125gr di yogurt bianco 1 bustina di lievito sale zucchero a velo
Pulire e grattugiare le carote. Dividere i tuorli dagli albumi. Sbattere i tuorli con lo zucchero fino a che non diventano gonfi e spumosi. Aggiungere quindi il burro ammorbidito e tagliato a pezzetti e lo yogurt. Mescolare aggiungendo gradatamente le mandorle tritate, la farina e la bustina di lievito. Quando il composto ha raggiunto una consistenza omogenea aggiungere le carote e mescolare. Montare a neve ben ferma gli albumi a cui è stato aggiunto un pizzico di sale. Incorporare gli albumi al composto mescolando lentamente in modo da non smontarli. Versare il composto in uno stampo imburrato e infornare.
Forno: 180 gradi Tempo: 40 minuti
Per fare asciugare la torta anche all'interno, lasciarla intiepidire nel forno aperto e spento, una volta terminata la cottura.
Sfornare e spolverare con zucchero a velo.
P.S. per chi si chiedesse cosa sono i fiori della foto: Abutilon! ..direttamente from the balcony
Aiuto! Che stia davvero invecchiando? Sono di nuovo caduta nel mio peggiore incubo, la tipica frase che tutte le nonne del mondo (o almeno quelle italiane.. o almeno le mie!) pronunciano quando ti passano una delle loro ricette... "vai a occhio" A OCCHIO?!?!?? Ebbene sì, che si chiami vecchiaia o che si chiami (mooolto meglio a mio avviso) esperienza, a un certo punto la passione per la cucina ti porta a sperimentare mettendoci del tuo, personalizzando, reinterpretando e andando come si suol dire per tentativi. Continua ad essere un comportamento che non mi fa impazzire ma è ormai evidente che ogni tanto, volente o nolente, capiti anche a me.
Sformatini agli asparagi con crema di gorgonzola
Ingredienti (e qui viene il bello): patate asparagi (in peso uguale alle patate) parmigiano gorgonzola latte sale e pepe
Lessare le patate in acqua salata e lessare, a parte, anche gli asparagi. Frullare entrambe le verdure aggiungendo latte per ammorbidire il composto che non deve però risultare troppo liquido ma deve mantenersi piuttosto denso (più denso di un purè per capirci e per evitare l'effetto "crollo" del tortino in foto..) Aggiungere parmigiano e regolare di sale e pepe. Imburrare e infarinare con il pangrattato i pirottini (quelli dei muffin vanno benissimo) Riempire i pirottini con il composto spolverando la superficie con pangrattato e parmigiano. Condire ciascun pirottino con un filo di olio a filo prima di infornare.
Forno: 180 gradi Tempo: 30 minuti (fino a quando la superficie non risulta dorata)
Preparare la salsa al gorgonzola facendo sciogliere il formaggio in una padella con un po' di latte. Una volta cotti, sformare i tortini sul piatto da portata e versare sopra la salsa al gorgonzola.
E' possibile sostituire gli asparagi con broccoli o altre verdure a piacere
Questa volta, addirittura, vi delizio con un assaggio (nel vero senso della parola) di honeymoon. Cosa può esserci di meglio di una ricetta che racchiude in sè una storia, una città, un profumo e un periodo in cui si è letteralmente lasciato il cuore?
Inutile aggiungere altro, se non che da questo libricino comprato in un negozietto andaluso in luna di miele prenderò sicuramente altre ricette.
Salmorejo andaluso A me sconosciuto prima della luna di miele in andalusia, il Salmorejo è una zuppa fredda simile al gazpacho ma mio avviso molto più gustosa.
Con un colore arancione quasi rosa e una consistenza cremosa, è il piatto tipico di Cordoba e dell'andalusia. Io l'ho incontrato la prima volta a Siviglia e ne sono rimasta folgorata. Inutile dire che la preparazione, oltre ad essere lampo, è davvero semplicissima. ..basta avere un frullatore!
Ingredienti: 1 kg di pomodori maturi 1 spicchio di aglio (la ricetta ne prevederebbe 2 ma io sono andata con cautela) 1 tazza colma di mollica di pane 2,5 dl di olio extravergine di oliva un pizzico di zucchero sale
Per guarnire: prosciutto crudo o bresaola 2 uova sode a pezzettini
Lavare i pomodori e tagliarli grossolanamente. Inserirli nel frullatore insieme allo spicchio di aglio e tritare. Aggiungere la mollica di pane e continuare a frullare aggiungendo l'olio versato a filo. Una volta terminato l'olio, aggiungere sale e pepe e un pizzico di zucchero. Frullare alla velocità massima per 2 minuti per emulsionare il composto. Riporre nel frigorifero per lasciare raffreddare il composto.
Disporre il salmorejo in ciotole singole decorate con striscioline di prosciutto o bresaola e, se si desidera, uovo sodo. Servire freddo.
Ok, in effetti me la sono presa un po' comoda dall'ultimo post. E se non fosse stato per il valido contributo de LaCate sareste un po' a corto di ricette. Ma diciamocelo, ci sono state le feste, Pasqua, pasquetta, colombe e uova di Pasqua... Non voglio certo avere la vostra linea sulla coscienza! Non a Pasqua, per lo meno..
Ripartiamo allora con una ricetta base, di quelle che non possono fare ingrassare (quasi) nessuno e che permettono di fare un figurone con poco sforzo e pochissima difficoltà.
Oltretutto è una ricetta che permette di rifare in casa, in modo sano e quasi del tutto privo di grassi, un alimento che di solito - confezionato - trasuda olii di dubbiaorigine che chiunque farebbe meglio ad evitare! Avete mai letto gli ingredienti dei grissini?!?
P.S. siamo ovviamente tornati anche a uno dei miei grandi amori: la macchina del pane!
Grissini fatti in casa Ingredienti: 240 ml di acqua tiepida 2 cucchiai di olio extravergine di oliva mezzo cucchiaino di sale 2 cucchiai di zucchero 480gr di farina bianca di grano duro 2 cucchiaini e mezzo di lievito secco o 2/3 di cubetto fresco semi di vario tipo (sesamo, papavero,etc) 1 albume
Per chi ha la macchina del pane è sufficiente inserire gli ingredienti, nell'ordine, nel cestello ed avviare il programma impasto. In assenza della macchina del pane è sufficiente impastare a mano tutti gli ingredienti fino ad ottenere una palla liscia che va quindi lasciata riposare per un paio d'ore coperta da un panno in un luogo tiepido e non esposto a correnti.
Una volta terminata questa fase, dividere l'impasto in circa 30 pezzi e stendere ciascun pezzo fino a formare degli spaghi di circa 20 cm. Coprire due teglie con carta da forno e disporre gli spaghi a circa 2,5 cm l'uno dall'altro.
Coprire e fare lievitare per altri 30 minuti.
Prima di infornare, è possibile spalmare i grissini con un albume d'uovo mischiato con un cucchiaino di acqua aiutandosi eventualmente con un pennello da cucina. Cospargere quindi i grissini con semi di sesamo (nel mio caso sia chiaro che scuro) e papavero o altri semi.
Tornoospite sul blog per condividere questa scoperta, realizzata setacciando la dispensa del moroso, a caccia di viveri da far fuori (è la prima volta che vedo un tonno in scatola scaduto!).
La fregola, vengo a sapere dopo una breve indagine, è una specialità sarda, che nasce dal grano come la pasta e finisce in padella come il riso. La morte sua? Con Arselle, niente più che semplici vongole, quelle piccine, ma da prendere assolutamente freschissime, mi raccomando! Volete provarla?
Fregola con arselle
Per due persone procuratevi fregola - 130 g vongole - 500 g passata di pomodoro - mezzo bicchiere pomodori secchi - 4 falde aglio - 1 spicchio prezzemolo acqua o brodo di pesce- 4 bicchieri olio e.v.o. - 2 o 3 cucchiai
Lasciate i molluschi in ammollo in acqua e sale per almeno un'ora. Sciacquateli bene, fateli aprire sul fuoco in una padellacoperta, filtrate l'acqua che ne uscirà ed eliminate le conchiglie.
Fate rosolare brevemente nell'olio i pomodori (anche quelli sott'olio van bene) e l'aglio, aggiungete la passata e lasciate cuocere pochi minuti. Unite le vongole e l'acqua, o meglio il brodo di pesce (potete aggiungere quello in polvere), abbondante prezzemolo tritato, e infine la fregola. Dopo una decina di minuti, regolate di sale e il piatto è pronto!
Tenete presente che la fregola assorbe molta acqua ed è più buona se leggermente brodosa. Questo piatto è già ottimo così, ma potete mettervi un pizzico di peperoncino o di scorza di limone.
Ecco, se il nome di questo blog si ispira alla pastafrolla (e al fatto che ogni tanto da Frolla si trasforma in.. Crolla per il suo essere forse un po' troppo friabile) un motivo ci deve pur essere. E il motivo, ovviamente, è che io la pastafrolla ..la adoro Trovo sia uno degli impasti più sublimi che gli chef (o le nostre nonne) abbiano inventato! Con il suo essere morbida e insieme croccante, il gusto di burro al punto giusto - nè troppo forte (come quei biscotti danesi che dopo 4 non ne puoi più) nè troppo assente - e il suo accostarsi a mille ripieni diversi - frutta crema ricotta cioccolato marmellata - bhe.. io trovo sia l'impasto per eccellenza.
Ecco allora due preparazioni a base di pastafrolla, la cui ricetta, che davvero si tramanda di generazione in generazione in generazione, avevo già riportato qui. Non sarebbe nemmeno la ricetta della pastafrolla tradizionale, perchè un po' di lievito, l'originale, mica lo prevede. Ma vi assicuro che se la provate.. non la abbandonate più.
Crostata di ricotta.. rosa
E' una ricetta che spesso lascia di stucco chi non la conosce per il suo colore quanto meno originale. Ma vi assicuro che dopo le diffidenze iniziali (soprattutto di chi non ha mai avuto incontri ravvicinati con l'Alchermes)...andrà a ruba!
Preparare la pastafrolla secondo la ricetta già riportata qui.
Per il ripieno di ricotta: 400 gr di ricotta 2 cucchiai colmi di zucchero 1 bustina di vanillina 1 albume (opzionale) Alchermes
Mescolare la ricotta con lo zucchero fino a ottenere una crema morbida. Aggiungere la vanillina, qualche cucchiaio di Alchermes (fino a raggiungere la colorazione desiderata) e, per rendere la crema più soffice, un albume montato a neve ben ferma. Se l'impasto dovesse risultare troppo liquido si può aggiungere un cucchiaio di farina.
Dopo averla fatta riposare in frigo per circa mezz'ora, dividere la pastafrolla in due parti di cui una leggermente più grande (servirà per il fondo). Imburrare una teglia. Con la parte più grande di impasto stendere un disco di pastafrolla di circa 1 cm di spessore. Versare l'impasto di ricotta e livellarlo. Con la pasta rimasta ricavare delle striscioline e disporle intrecciandole sulla ricotta. Io in realtà, sempre per tradizione intoccabile, faccio dei salsicciotti cilindrici di circa 1 cm di diametro e finemente ribattezzati - di generazione in generazione - budelli :)
Realizzare infine delle strisce - o budelli - un po' più spessi per creare il bordo.
Forno: 180° Tempo: 25-30 minuti
Torta della nonna
Trattasi della variante di questa torta in cui il ripieno è costituito da crema pasticcera e la copertura, anzichè a strisce, è rappresentata da un disco di pastafrolla. Visto che la ricetta era già stata da me postata e venerata in questo post del 2007 mi limito ad aggiungere qualche foto che in quell'occasione non avevo fatto in tempo a scattare (in effetti di solito dopo i primi 10 minuti non sopravvive nessuna fetta...)